“ROSSO NON E’ IL NERO” E “PARTIGIANI DELLA PACE”: UN FORTE IMPEGNO CONTRO LA GUERRA – di Franco Astengo –

Si è conclusa con il ribadimento di un forte impegno contro la guerra e per una soluzione diplomatica del conflitto in corso in Ucraina, l’assemblea pubblica organizzata dall’ Associazione “Il Rosso non è il Nero” e dal gruppo “Partigiani della Pace” svoltasi nella Sala Rossa del Comune di Savona il 10 febbraio.

In particolare è stato raccolto l’appello, lanciato nel corso dei lavori dal presidente provinciale dell’ANPI, per una grande manifestazione unitaria in favore della fine immediata del conflitto che si svolgerà venerdì 24 febbraio a Savona, in coincidenza con una forte mobilitazione che si svolgerà in tutta Italia.

La manifestazione nazionale svoltasi il 5 novembre scorso aveva fornito indicazioni molto importanti:

a) il movimento per la pace risulta, in Italia, di particolare ampiezza dal punto di vista culturale, sociale, con un forte coinvolgimento della sinistra politica e delle diverse articolazioni dell’impegno del mondo cattolico;

b) in quell’occasione fu raggiunto il risultato di smentire la facile propaganda di assegnare ad uno dei campi in lotta l’affermazione pacifista. L’autonomia del pensiero pacifista rappresenta una conquista preziosa che deve essere coltivata con grande cura, respingendo ogni tensione di appartenenza parziale. La pace come valore e bene in sé: questo è il senso dell’insieme della nostra iniziativa.

Nel corso del dibattito è stato notato come sia necessario alzare lo sguardo sulla costante vastità del fenomeno bellico a livello globale: in questo momento sono aperti 49 fronti di guerra in diversi angoli del Pianeta, in particolare in quelli dimenticata dai media “mainstream” e la barbarie della concezione bellica è arrivata al punto che,nella tragedia del grande terremoto che ha colpito Turchia e Siria (coinvolgendo, tra l’altro, le zone più interessate allo sfollamento dei profughi in fuga dalla guerra siriana) abbiamo assistito, addirittura, ad una sorta di deprecabile “geopolitica della solidarietà”.

Sullo sfondo rimane ancora la minaccia atomica e il fatto che livelli decisionali di portata globale siano ormai collocati al di fuori della possibilità di un effettivo controllo democratico.

E’ assente sul piano europeo una politica di proposta di pace portati avanti dai governi e della forze politiche: la crisi dell’internazionalismo appare elemento alla base dell’ evaporazione dei soggetti politici di sinistra in molti paesi a partire dalla Francia e dall’Italia.

In questa situazione i principali interventi ascoltati nel corso dell’assemblea hanno molto insistito su alcuni punti distintivi:

1) la necessità di costruire uno spazio politico europeo non coincidente con la NATO, in una visione di autonomia della politica estera;

2) L’esigenza di una politica provvista di una visione di presenza multilaterale che possa opporsi alla ripresa della “logica dei blocchi”;

3) Il rilancio del tema del disarmo, sottolineando l’assoluta pericolosità dell’escalation in corso del tema dell’invio delle armi sul terreno del conflitto ucraino e più in generale della corsa al riarmo in atto nei singoli stati.

La discussione ha affrontato anche il tema dell’applicazione dell’articolo 11della Costituzione Italiana rilevando come, esprimendo il testo una visione di diritto positivo, elaborato in modo da richiedere al governo del nostro paese il carattere costituzionale dell’iniziativa da assumere sul tema della soluzione di pace dei conflitti in atto: indicazione disattesa da questo esecutivo come da altri in passato al di là dell’appartenenza politica.