La bomba atomica rende impossibile ogni scenario di guerra. di RobertoRota

La situazione internazionale cambia progressivamente il mondo, dove è presente una conflittualità permanente. I nodi vengono al pettine, dopo che è trascorso più di settant’anni dal termine del secondo conflitto, con l’emergere   di livelli di conflittualità tra gli stati economicamente e militarmente più potenti a livello globale.

Il nuovo secolo ha portato alla globalizzazione negli scambi delle merci e dei rapporti di forza con lo sfaldamento del ruolo  degli USA, rispetto a nuovi attori che spingono per modificare gli equilibri internazionali.

I rapporti stanno riproponendo vecchie logiche precedenti alle due guerre mondiali, dove  la guerra inizia a rappresentare  quella funzione sociale che usa  il conflitto per abbattere l’avversario. La guerra è stato lo strumento  che prevede una condotta ragionevole che comporta una serie di mediazioni, non è altro che “ la continuazione della politica con altri mezzi”  con  il  fine di dare un vantaggio economico e politico al vincitore. Tutto questo cambiò con il grande progresso delle scoperte scientifiche del secolo scorso con i progressi tecnologici nella fisica quantistica, che con la scissione del nucleo, portò alla costruzione ( il progetto Manhattan ) della bomba atomica.

La proliferazione delle armi nucleari durante la guerra fredda e dopo la caduta del muro di Berlino con la modernizzazioni e la specializzazione degli arsenali della Russia e degli USA proseguì incuranti delle cause che armi del genere potevano procurare sull’esistenza del genere umano. La situazione degli arsenali e la loro proliferazione consente alla forza militare degli stati di possedere una capacità distruttiva che cambia i parametri e il significato di guerra e pace, perché queste parole acquisiscono un significato che perde la sua nozione generica che precedentemente esprimeva quel giusto significato comunemente comprensibile. Gli effetti di una guerra nucleare non consente più di esprimere etimologicamente un significato comprensibile, perché gli effetti di un conflitto nucleare, con due solo eccezioni, non hanno acquisito alcun paragone storico che possa qualitativamente e quantitativamente essere descritto. Le conquiste scientifiche hanno reso la generazione in questo contesto storico precaria , perché ha messo in discussione la speranza di un futuro, da rendere la coscienza dell’individuo turbata e critica nei riguardi dell’evoluzione scientifica, con la nascita di un scetticismo di altri tempi sui risvolti della tecnica. Le conquiste scientifiche aprono nuove frontiere alle aspettative umane, regolate da un sistema economico che ha l’unico obiettivo di razionalizzare i processi produttivi in funzione del profitto e di sviluppare nuovi sistemi di arma per rafforzare i rapporti militare nello scenario globale.

Le relazione internazionali manifestano uno stato conflittuale, che sta mettendo in discussione il primato dell’occidente con la leader  degli USA, perché   nuove potenze, come la Cina, la Russia, l’India e altri paesi, con gli stessi modelli di sviluppo, si sfidano per una nuova divisione delle risorse mondiali meno squilibrata,  dove la sfida tecnologica ha la sua centralità, specialmente nel settore militare.

Le fasi della terza guerra mondiale a pezzi ha portato al conflitto in Ucraina, con le conseguenze di un scontro militare tra la Russia e la NATO, che per adesso ha le caratteristiche di una guerra convenzionale a bassa intensità, attenta al non superamento di  linee rosse poco marcate, che con la fornitura continua di nuovi sistemi d’arma da parte della NATO alza i livelli dello scontro e della imprevedibilità degli eventi futuri, perché non esiste da parte occidentale un limite nella gestione del conflitto.

La incapacità dell’occidente di intendere gli effetti imprevedibili di un conflitto del genere è un grosso limite nella gestione dei rapporti internazionali, per i rischi che si portano dietro. Gli effetti collaterali della dottrina militare della Federazione Russa e quella degli USA non limitano il rischio di un conflitto mondiale con effetti apocalittici, perché in caso di attacco nucleare al proprio territorio o di uno convenzionale che ha la capacità di distruggere la capacità di esistenza dell’integrità dello stato Russo, la risposta sarebbe con le armi nucleari strategiche contro gli USA o con armi di teatro o tattiche in Europa per distruggere il potenziale militare della NATO.

I governi occidentali e in parte maggioritario la struttura politica non crede nella possibilità di un livello dello scontro che usi le armi di distruzione di massa, senza avere una tattica dei possibili scenari militari in caso di conflitto, da mettere a rischio l’esistenza della popolazione europea, come se gli eventi futuri dovrebbero essere regolati da un criterio di buon senso perché si ritiene improbabile l’uso delle armi nucleari.

Lo studio della storia dovrebbe insegnare che i conflitti si sa come iniziano, ma non si sa come finiscano. Le guerre mondiali hanno dimostrato, specialmente il secondo conflitto che l’uso delle armi non hanno avuto alcun limite e i morti e le distruzioni sono sempre stati un fattore accettabile per giungere ad una vittoria. L’uso delle armi nucleari hanno consentito la vittoria militare degli USA, perché il Giappone non possedeva armi del genere.

La situazione internazionale attuale cambia profondamente gli scenari perché gli USA, la Russia e diversi paesi posseggono una deterrenza da distruggere diverse volte la terra. Le armi nucleari si sono specializzate, perché consentono un uso graduale della potenza di distruzione, come dimostrano le tattiche degli eserciti moderni, che si addestrano per un uso “ logistico “  diversificato e progressivo delle bombe atomiche anche se gli scenari procurerebbero milioni di morti sul territorio europeo, dove la linea rossa è quella di evitare l’uso della deterrenza strategica, lasciando il territorio americano immune da un attacco nucleare, riducendo al minimo gli effetti di un attacco atomico alla Russia, con lo scopo di procurare una sconfitta accettabile.

La guerra mondiale a pezzi porta in se i pericoli di un conflitto immane, un olocausto che mette in discussione il futuro della generazione umana, che non consente di tornare indietro, l’unica soluzione un accordo che fermi subito il conflitto in Ucraina, che porti ad un fermo della fornitura delle armi e dare all’Europa centralità nelle trattative, perché il costo umano nel nostro continente lo pagheremmo caro, come quello economico che già amaramente ci sta presentando il conto.

Le manifestazione della pace sono il preambolo di una iniziativa che deve coinvolgere capillarmente il territorio e la cittadinanza, con un’attività capillare che implica il coinvolgimento di ogni settore della società civile e politica.