LA GUERRA NEI BALCANI, LA NATO,ZELENSKY E la guerra

Di Angelica Lubrano : Si sente dire, in automatico, che noi siamo più sensibili verso ciò che ci accade vicino, mentre restiamo distratti rispetto a stragi lontane dagli occhi (lontane dal cuore).

Qualche sera fa RAI Storia ha raccontato l’orrore di un’altra guerra a noi vicinissima e mai conosciuta fino in fondo, la guerra nei Balcani, a un tiro di schioppo dai nostri confini di mare e di terra.

Le stragi di centinaia di migliaia di civili, i lager, gli stupri di massa nei Balcani non hanno smosso neanche un ciglio della nostra pietà.

 E neanche ciò che è avvenuto in Libia, a un giro di gommone dalle nostre sponde ci ha toccati, salvo il delirio legato alle migrazioni successive che hanno inquinato la nostra società trasformando metà degli italiani in razzisti…

E’ davvero la contiguità territoriale a suscitare il nostro totale coinvolgimento per l’aggressione di Putin in Ucraina? E perché non è scattato negli altri eccidi ancor più vicini?

Temo che il nostro Paese abbia sofferto una generale crisi d’ipoacusia quando 8000 bosniaci venivano massacrati a Srebrenica. Certo non ci giungeva il grido d’aiuto delle corde del violino di Evstafiev sulle macerie della biblioteca di quella città distrutta.

Il violinista Evstafiev suona il suo violino sulle macerie della biblioteca di Srebrenica

O quando le bombe cadevano a una media di circa 329 al giorno nell’assedio di Sarajevo dal 1992 al 1996 con oltre 12 mila vittime civili in quella città, che perse circa il 40% degli abitanti, non per esodi, perché non furono attivati corridoi umanitari per l’occasione, ma massacrati dalle bombe.

Dov’erano le anime belle?

Perché allora non abbiamo inviato le truppe di giornalisti (oggi presenti in Ucraina, uno per ogni città) a informarci dei crimini di guerra commessi da Milošević,daMladic e da Karadzic?

Questi siamo poi riusciti a condannarli per crimini di guerra.

Putin non si farà condannare da nessuno, con il suo dito sul pulsante rosso.

Oggi piangiamo i 179 passeggini lasciati vuoti in piazza a rappresentare i bambini morti in Ucraina, per i dieci mila bambini morti nella guerra in Yemen (iniziata 7 anni fa nel marzo 2015) non si è trovata una piazza abbastanza grande.

 In Yemen l’Occidente non se la sente di turbare la conquistata amicizia dell’Arabia Saudita, la terra promessa di affari lucrosi per il capitalismo nostrano e non solo.

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La NATO

L’11 marzo 1949 De Gasperi scelse di entrare nella NATO e l’Italia fu tra i primi 12 membri dell’Alleanza atlantica.

Allora il PCI, ancora allineato all’Internazionale Comunista, si mostrò ufficialmente contrario.

Negli anni della mia gioventù ribelle sfilai in favore della Nato:

saremmo stati più protetti sotto l’ombrello degli USA, che già ci erano venuti a liberare dal nazifascismo.

Poi, diretto o indiretto, l’intervento americano secondo la “Dottrina Truman del “CORTILE DI CASA” si materializza in Cile, a Cuba, dove il blocco americano rischia di far scoppiare la terza guerra mondiale e la deflagrazione nucleare, evitata solo per la rinuncia dell’URSS all’installazione di basi militari all’Avana, (come al contrario si vuol fare ora portando le basi missilistiche a Kiev).

Nella seconda metà del ‘900 la conquista del West avanza in tutto il Centro e Sud America: è la teoria delCORTILEdi casa, che si allarga fino alla Corea, al Vietnam, alla Somalia, all’Iraq, all’Afghanistan, alla Libia, al Niger.

Oggi tutta l’intellighenzia nostrana è in trincea, schierata giustamente con gli aggrediti, denunciando e isolando l’aggressore Putin.

Non sempre abbiamo mostrato la stessa vicinanza ai popoli aggrediti., quando

abbiamo accettato e giustificato le infinite aggressioni (e milioni di morti) con la teoria dell’ESPORTAZIONE della DEMOCRAZIA.

Gli aggressori hanno sempre bisogno di chiamare con nomi innocui, come ad esempio “OPERAZIONE MILITARE SPECIALE”, le loro guerre…

Cosa lasciarono alle loro spallele ESPORTAZIONI DI DEMOCRAZIA?

 L’INFERNO assoluto,come abbiam vistoin Vietnam, in Irak,in Libia, in Somalia ecc… fino all’ultima impresa afghana, con il contorno di effetti collaterali: milioni di vittime civili (9 su 10), devastazioni economiche, governi corrotti e invisi alle popolazioni, integralismi e odio fra i popoli.

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ZELENSKY E la guerra

Sono per natura portata a indagare autonomamente i fatti prima di appiattirmi sulla “vulgata” dominante; salvo che questa sia frutto di scienza e competenza tecnica.

Per esempio, quando tutti andavano a braccetto con Putin, e populisti e sovranisti nostrani ne esaltavano le doti di leader, ne apprezzavano la rapida riconversione al turbocapitalismo dilagante e facevano affari con lui, trascorrendo le vacanze nella dacia dell’autocrate, io ne stigmatizzavo le posture nazionaliste con queste parole (post del 2019):

“Quali le mire di Putin e di Trump? Se d’imperialismi si tratta, da una parte assistiamo al disimpegno di Trump verso l’Europa, alleanza che fino a Obama si teneva sì su interessi economici, ma anche su residui “valori occidentali”: democrazia, welfare, ecc. ispirati dalla cupa esperienza contro il nazifascismo, tramontati i quali, Trump ritorna ai funesti slogan del nazionalismo: “Deutschlandüberalles, First USA, cosi come Putin insegue il mito della Grande madre Russia, e dietro questi giganti trotterella Salvini “Prima gli Italiani”…

A rilanciare il tema ora c’è un nuovo testimone: la maglietta verde in stile militare di Zelensky imperversa ogni giorno, in ogni giornale, in ogni piazza, in ogni Parlamento, Knesset o Congresso.

Lo vediamo a ogni sorger di tg, la barba sapientemente non curata.

 In una delle ultime apparizioni ci ha dato dei vigliacchi- “Vi manca il coraggio”- ha urlato, lasciandomi un po’ perplessa.Ho continuato ad ascoltare le sue parole in attesa di sentire parole di rammarico per le vittime civili innocenti, un pensiero empatico verso le loro famiglie: neanche un cenno di riconoscenza per i vari Paesi che stanno dando accoglienza e conforto a circa tre milioni di ucraini.

 Ho sentito un certo disagio a riconoscere che, se da parte di Putin non mi aspettavo niente, nessun senso di colpa o resipiscenza, in Zelensky mi sarei aspettata, non so, un pensiero commosso verso i caduti e le vittime con un’incrinatura della voce, un abbassamento degli occhi, un sospiro di rimpianto per le vite perdute.

 Niente.

 Pure raccontano sia un bravo attore!

Solo rimbrotti e anatemi verso tutti i Paesi perché i pochi che hanno mantenuto un minimo di resipiscenza stanno cercando di evitare la terza guerra mondiale e il ricorso al nucleare…

MA CHI È ZELENSKY?

Nasce nel 1978 da una famiglia di origini ebraiche; la sua prima lingua non è l’ucraino, ma il russo.

https://twitter.com/i/status/1497860837381443584

Sceglie la carriera di attore, ballerino e comico; fonda il Kvartal 95 Studioe produce la Telenovela “SluhaNarodu” (Servitore del Popolo) in cui lo stesso Zelensky interpreta l’uomo qualunque che, stanco della corruzione politica che imperversa in Ucraina, viene inaspettatamente eletto presidente. La telenovela ottiene un enorme successo, interpretando sentimenti popolari diffusi.

 Spunta Igor Kolomoyskyi – un potente oligarca con forti interessi economici sul Donbass Una figura inquietante dal triplo passaporto ucraino, cipriota e israeliano, fiduciario degli USA e proprietario di PrivatBank, la più importante banca in Ucraina, coinvolta in casi di bancarotta fraudolenta e investimenti illeciti,a cui viene l’idea di trasformare la fiction in realtà, finanziando con 40 milioni offshore la società Kvartal 95.

Zelenskycrea un partito con lo stesso nome della telenovela, “Servitore del popolo”, si candidae vince le elezioni presidenzialicon l’appoggio di Kolomoyskyi, lo stesso chefinanziò nel 2014 un esercito privato di organizzazioni neonaziste responsabili dello sterminio di circa 16 mila russofoni, nel silenzio della comunità internazionale.  In parte inquadrate ora nell’Esercito ucraino contribuirono al colpo di stato che ha rovesciato il Presidente Janukovic, sostenitore della neutralità dell’Ucraina.

Zelensky, eletto Presidente, distribuisce incarichi governativi ai soci della sua società, la Kvartal 95(chi ci ricorda?), attiva una politica di ucrainizzazione forzata di tutte le terre russofone (nello stile della italianizzazione forzata delle terre slave, dopo la prima guerra mondiale), dichiarando illegale l’uso della lingua russa.

Zelensky continua imperterrito a sostenere la guerra con ogni mezzo coinvolgendo la NATO e tentando di allargare il conflitto al resto d’Europa.

(Questi dati sono emersi nei Pandora Papers e riportati dal “The Guardian” del 3 ottobre 2021)