La sinistra alla ricerca della pace

di Roberto Rota………………………………………………………………………………………

La politica estera è diventata centrale nelle soggettività dell’opinione pubblica, influenzata  dai  riflessi di una  guerra che incide  sulla dinamica della crisi economica, dovuta alle sanzioni contro la Russia da parte dei paesi occidentali. La guerra alle porte dell’Europa vede scontrarsi militarmente due paesi europei. L’uso della forza militare da parte della Federazione Russa  non è altro che il tentativo di rivoluzionare i rapporti di forza nelle relazioni internazionali. La guerra vede l’esercito ucraino, armato pesantemente dall’occidente, combattere  per mantenere un livello di indipendenza e per portare nella sfera di influenza della NATO un territorio che era cuore pulsante dell’ex Unione Sovietica. Il  contenimento militare dell’operazione speciale è l’occasione storica degli USA per saldare i conti contro  l’unica potenza militare antagonista che  ha la capacità di distruggere le città e il sistema industriale degli USA  e di sfaldare  l’egemonia americana.

 L’obiettivo politico della NATO non ha un ruolo difensivo ma di ridurre i livelli di sicurezza  dei confini orientali da tentare di proseguire il processo smembramento, iniziato con lo scioglimento dell’URSS,  della Russia  ridurne ad un soggetto di   dimensioni regionali, con il tentativo palese di condizionarne economicamente e socialmente  il tessuto sociale, da rendere possibile  un dissesto nella struttura statuale del paese, mezzo appropriato per rendere quel territorio disponibile.

La natura del conflitto è profondamente diverso dagli altri, perché la Russia è una super potenza nucleare, che possiede un arsenale, che ha la capacità di distruggere la  terra. La conduzione della guerra pone  problematiche sugli equilibri militari essenziali e sulle potenzialità dell’allargamento del conflitto nel nostro continente, come ha dimostrato la caduta di parti di missili ucraini sul territorio polacco.

La paura tangibile, presente nei dibattiti televisivi di una possibile reazione militare della NATO per gli avvenimenti polacchi, con una presa  iniziale durissima, interpretato dal governo come attacco missilistico Russo. La risposta dell’alleanza ipotizzabile era una rappresaglia contro il territorio nemico  o attacchi aerei in ucraina per distruggere la capacità militare dell’esercito invasore, che avrebbe portato a due passi  dalla terza guerra mondiale. La rappresaglia russa sarebbe potuta  essere pesante verso quelle strutture militari logistiche europee, come gli aeroporti militari e magazzini di approvvigionamento , un possibile inizio di escalation di risposte militari, che si sa come iniziano ma non si ha l’idea di come finiscono, che comunque sarebbero state nefaste già nella fase iniziale per il territorio continentale, dopo aver subito  un attacco missilistico di non specifica natura.

La costituzione del gruppo Partigiani della Pace aveva messo al centro, come dal documento costitutivo, il pericolo della bomba atomica, come un arma che non consente di avere un approccio classico sulle problematiche della pace e degli armamenti, volutamente assente nel dibattito politico nel nostro paese.

Il nocciolo della questione della guerra, messo sotto il tappeto della storia,  non può più essere trattato con una generica affermazione. La guerra va trattata con i canoni dei  sistemi di arma in dotazione agli eserciti, che rispetto alle crudeltà che sta subendo il popolo ucraino non è niente riferito ad eventuali scenari di uno scontro con l’arsenale nucleare, basti consultare le testimonianze della popolazione delle due città giapponesi, durante la fine della seconda guerra mondiale, che increduli avevano assistito ad un’esperienza che raccontavano di una grande luce, come se il sole si fosse scontrato sulla terra, dove ogni cosa anche i corpi delle persone si vaporizzavano e sparivano nel nulla.       

Cercare gli elementi politici di una politica di pace, non basta guardare indietro e fotografare la situazione storica con una vecchia macchina fotografica, perché non ti consente di avere chiaro i futuri eventi storici, perché a dispetto degli altri periodi, non abbiamo la possibilità di replica. Servono medicine per un periodo storico unico, dove le esperienze del secolo precedente non ci consentono  di avere un materiale storico consultabile, per perseguire scelte politiche adeguate, perché la tecnica specialmente con la fisica quantistica e internet, ha reso la società complessa, come tale le elaborazioni politiche devono adeguarsi, non certo adattarsi.

La scientificità del pensiero politico per rimanere tale non può fare i conti con il pallottoliere, ma pensare che le esperienze rivoluzionarie del 1917,  rispetto alle nostre condizioni oggettive possono essere ripetibile in un mondo che è diventato un deserto radioattivo. I riferimenti storici del movimento socialista che ha coinvolto il pacifismo contro la prima guerra mondiale Zimmerwld e Kienthal e in parte la rivoluzione di Ottobre, oltre la mancanza di continuità con il secondo conflitto, pone una questione politica sul che fare nel nostro contesto storico, che le armi nucleari pongono la inderogabile necessità di prevenire gli avvenimenti bellici, con la costruzione di un movimento per la pace, che abbia quel pensiero forte che la storia contemporanea porta con se, riprendendo quell’elaborazione filosofica di Anders che affermava “ L’uomo è antiquato “ e la politica di sinistra gli va di dietro. I socialisti pacifisti dell’inizio del secolo precedente che videro le nefandezze delle nuove armi e le stragi che procuravano nelle trincee del primo conflitto, erano imprigionati nel meccanismo della guerra, che non bada ai morti che procura ma agli equilibri economici che possono derivare, sono stati sconfitti  dagli eventi storici di un pensiero dominante.

La sinistra deve immaginare un progetto politico che passi attraverso iniziative che ridefinisca le scelte di quella politica che vede il superamento delle alleanze militari e la costruzione di un’Europa politica luogo di grandi cambiamenti. L’Europa deve costruire la propria sicurezza e anche quella dei paesi confinanti, che renda i territori orientali privi di presenza militare, che porti alla costruzione di un movimento pacifista di massa. Il referente politico lo costruisci in un rapporto con i soggetti sociali con iniziative sul territorio, anche quelli che hanno perso ogni riferimento politico, per diventare uno strumento ludico, che superi  quel  pessimismo endemico, che ormai ci appartiene, a causa della nostra incapacità di elaborare un indirizzo politico per essere egemone di un pensiero. Riprendere con forza la rappresentanza dei nostri soggetti sociali, sapendo che le precedenti esperienze di un partito leggero non sono percorribili,  perché la chiusura di quello che era un partito di massa,   ha portato quel distacco dalla politica e la nascita di un populismo e quei principi costitutivi di un nuovo autoritarismo. Il sale della democrazia è la capacità della politica di rendere partecipe  il cittadino  alle scelte di una democrazia compiuta.

L’articolo  appartiene alla sfera personale, ma vuole essere una sfida sui contenuti per una sinistra idealmente egemone, per rendere il dibattito politico su livelli compatibili con  la modernità. Esige dai partiti un progetto politico, che coinvolga idealmente speranze ed aspettative, non solo tra quelli che ancora hanno la volontà di partecipare, ma il resto della società che attende un segnale che guardi al futuro.

La società vive una fase storica di una rivoluzione tecnologica, che il sistema capitalistico porta a quel caos nei rapporti umani, che mette in discussioni le conquiste sociali e porta i conflitti tra gli stati, mettendo in discussione il futuro dell’umanità e le condizioni di un processo di sviluppo di una società che non ha il profitto il suo scopo, ma intenda lo sviluppo della scienza una occasione storica per l’uomo come strumento per il futuro del genere umano.